Sono in India. I miei Maestri mi offrono la loro cultura millenaria ed io assorbo, passo dopo passo, tutti i genuini sentimenti che trapelano da ogni gesto e ogni parola. Il movimento esteriore coincide con quello interiore e comprendo chiaramente che Yoga ed emozioni sono due parole che viaggiano insieme, come gemelli monozigoti che prendono vita da un’unica cellula. Il nostro viaggio insieme continua anche da lontano e parliamo l’unico linguaggio che ci accomuna. “Emotional”! Ed è subito Yoga! Ma non è un paradosso? Fuggire dal mito americano e poi chiamare un Corso “Emotional Yoga”!? Si presenta come una grande contraddizione! Ma sono in India. E sto utilizzando parole che ci possano unire a livello internazionale al fine di poter comunicare senza fraintendimenti. Sento sempre di più, in questo scambio di vita e cultura con i miei Maestri, la loro crescente preoccupazione. Vedono questa antica Saggezza sgretolarsi sotto i riflettori. Nella Fiera delle Vanità l’Essenza delle cose sfuma lasciando spazio alle tinte forti e innaturali.
Ci siamo confrontati a lungo e mi hanno chiesto di aiutarli a preservare la genuinità di questi Insegnamenti trasmettendoli anche qui, in Occidente. “Facciamolo insieme”, mi hanno detto. In questo “Insieme” c’erano tutte le parole e i mondi che cercavo.
Non è possibile praticare Yoga muovendo solo il corpo, come non è possibile praticarlo con il solo movimento della mente, ma quando corpo e mente si muovono allo stesso ritmo, le emozioni emergono dando vita alla totalità dell’Essere. Ecco che nasce l’Emotional Yoga: non una pratica per “iniziati”, non fitness, bensì una Pratica che includa l’aspetto interiore, che si occupi principalmente di “chi” pratica e non solo del “cosa” viene praticato. Ricordo con piacere una meravigliosa attitudine che mi hanno insegnato in India: ogni volta in cui socchiudi gli occhi per parlare con te stessa, chiediti: “Come sto io?” Per loro è l’inizio di ogni meditazione. Passiamo la giornata a chiedere a chi incontriamo: “Come stai?” e con noi, invece, non parliamo mai. Meditando su una domanda tanto semplice potremmo scoprire un’infinità di cose su di noi.
Qual è, dunque, lo scopo dell’ Emotional Yoga?
E’ molto semplice! Si tratta di prendere un’emozione, uno stato d’animo, e rappresentarlo attraverso l’uso di Asana (posizioni yogiche) mirate. Il corpo sarà lo strumento che darà voce ai nostri sentimenti, raccontandoli e portandoli in superficie, di modo da far emergere in noi una maggiore consapevolezza. Tutto questo avverrà, non solo attraverso le posizioni fisiche, ma anche attraverso il respiro, la danza, il canto dei Mantra ed esercizi mirati ad accrescere la nostra autostima. Renderemo “visibili” emozioni e stati d’animo di tutti i giorni, disagi ma anche gioie, per affrontarli e/o viverli riportandoli nella loro giusta dimensione. La trasformazione avviene mediante una conoscenza diretta e per noi è molto più facile “leggere” sentimenti ed emozioni sul nostro corpo, che è qualcosa di tangibile e “afferrabile” dai nostri sensi. Porteremo sul palcoscenico della vita stati d’animo quali rabbia, paura, autostima, tristezza, gioia, perdono, pace, desiderio, invidia, gelosia. Tutto questo prendendo in considerazione le infinite sfumature che emergeranno da questo incontro con noi stessi.
Una grande Novità per tutti coloro che, come me, desiderano qualcosa in più rispetto agli usuali movimenti in sequenza che, pur essendo armonici, vengono spesso privati della loro essenzialità.
E’ questo lo Yoga che mi piace. Lo Yoga che non tralascia nessun dettaglio, che si occupa della persona e di tutte le sue espressioni, quello che si occupa di Te e di tutto ciò che sei. Tale è, da sempre, lo spirito dello Studio Gayatri. Combattere la speculazione, non solo dal punto di vista economico ma, anche, dal punto di vista psicologico.
Surya