Il Conflitto Univerbale
Prima o poi qualcuno dovrà pure inventarlo un francobollo virtuale!
Se non altro per chi è affetto da scribomania compulsiva.
Un tempo dovevi pensarci bene prima di scrivere a chicchessia.
Avevi bisogno di un foglio di carta, una penna, una busta, un francobollo; e la cassetta per imbucare le lettere non era poi così vicina.
Dovendo fare tanta fatica proprio non avevi voglia di vomitare parole alla rinfusa, come invece succede con le emorragie enciclopediche del mondo virtuale.
E magari aspettavi settimane, qualche volta anche mesi, prima di ricevere una risposta, anch’essa ben ponderata.
La comodità delle chat ha i suoi vantaggi, non lo nego, ma veniamo sottoposti quotidianamente a un’invasione univerbale, un cataclisma di selfie, di mail, di WhatsApp, di Messenger, di link, di commenti ed emoticon che, proprio per la loro ossessiva ripetitività, diventano scontate e del tutto prive di sapore.
Faccine, cuoricini, buongiornini, like ini-ini, botte e risposte lapidarie, frettolose, che sembrano perfino autoriprodursi come prolifici automi: “Ma come? Non ho ancora finito di rileggermi io, e quello mi ha già risposto?!”.
Cataratte letterarie di basso livello.
Sproloqui che risalgono la corrente senza sforzo.
Poiché la fatica del pensare vien lasciata sulla riva, ai margini di non si sa che cosa.
Ma ogni tanto, nel bel mezzo del delirio degli affamati di mediocrità…
Incroci un antico amante del calamaio, che ti porge una pennellata di sano inchiostro.
natyan
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