Pensieri senza voce – natyan Studio Gayatri Monza
La sua voce era cristallina.
Poi diventò roca e sorda.
Forse perché erano sorde le orecchie di chi la ascoltava.
O forse perché stanca ed invecchiata.
Per affascinar la gente dev’essere flautata.
Per colpire ed affondare dev’essere tagliente.
Per motivare e incoraggiare dev’essere vibrante.
Per umiliare… beffarda.
Le aveva usate tutte, fino all’affievolimento.
Fino a chiudersi le labbra e mordersi la lingua.
Fino a lasciare nell’ombra le sue parole.
Per poi partire…
Vagabondando tra un silenzio e l’altro.
Senza fretta, a passo lento.
A volte incerto.
Ma mai a ritroso.
Lasciandosi pedinare dai ricordi…
E dai pensieri senza voce.
natyan
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