Tra Scienza e Poesia – natyan Studio Gayatri Monza
Mi hanno chiesto: “Di solito chi ama le materie tecniche non si appassiona alla poesia, mentre in te vedo un modo altalenante di proporti che passa indifferentemente, quasi come fossero una cosa sola, dalle questioni prettamente schematiche alla condivisione dei sentimenti interiori. Che cosa preferisci, in realtà, tra i due?”
Confesso di aver dovuto pensare un po’ prima di rispondere.
Poi ho deciso che avrei chiesto aiuto a Schopenhauer, il quale, certamente, sa esprimersi molto meglio di me:
“Come lo studioso di botanica raccoglie un solo fiore dall’infinita ricchezza del mondo vegetale e poi lo seziona per dimostrare la natura della pianta, così anche il poeta prende dall’infinita confusione della vita umana, agitata da un movimento incessante, un’unica scena, anzi, spesso semplicemente uno stato d’animo, un sentimento, per mostrarci quali siano la vita e l’essenza dell’uomo”.
Come potrei non rimanere affascinato da entrambi i mondi, quello dello scienziato e quello del poeta?
Per quanto poco io possa accomunarmi alla loro grandezza, essi saziano sia la mia mente che i desideri della mia anima.
Io vedo la poesia nel ricercatore, alle prese con un microscopio, tutto indaffarato a scoprire i segreti della natura, così come nel poeta, assorto a contemplare il cielo, le stelle e l’infinito che si nascondono nelle grandi e piccole cose.
natyan
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