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Abilità del Consulente Filosofico– Studio Gayatri Monza


(@natyan27)
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Abilità del Consulente Filosofico– Studio Gayatri Monza

In principio la Filosofia era un piccolo ruscello. Con il tempo si trasformò in un fiume.  Quel fiume diventò una piazza, dopo di che una strada, la quale estese le sue ramificazioni in tutto il mondo. E siccome un tempo, quella strada, era stata il fiume della Filosofia, la sua sete divenne insaziabile.

E quando si dice insaziabile si dice anche senza limiti e confini, tanto che diventò una professione simile, per certi versi, a quella dell’analista, del confessore o del Medico dell’Anima.

Se è vero, però, che il Filosofo non conosce frontiere né confini, è anche vero che ogni dottrina ha un proprio ramo deontologico da seguire, sia in virtù delle leggi dello Stato (il Consulente Filosofico non deve invadere alcuna professione medica) sia in relazione ad una morale accettata nel tempo.

Una delle domande che spesso mi vengono poste è: “Il Filosofo, nell’esercizio della sua professione, è libero di esprimere la propria opinione o non deve in alcun modo influenzare le opinioni altrui?”

Amici carissimi, trovatemi un solo filosofo che non abbia espresso liberamente le proprie opinioni e vi farò Imperatori del Mondo.

Da Socrate, denominato il tafano (perché con le sue opinioni, espresse in forma maieutica, punzecchiava tutti e fu perfino, per tale ragione, condannato a morte) fino a Schopenhauer o Nietzsche, in occidente, da Vivekananda a Nisargadatta in oriente, tutti i filosofi della Terra hanno combattuto strenuamente per proporre ipotesi ed opinioni, le quali, secondo le loro idee, erano quelle che meglio si addicevano al progresso del pensiero umano.

Nei Corsi di PNF (Programmazione Neuro Filosofica) invito a riflettere anche su come, nelle Università del Dalai Lama, ogni tesi del Buddha venga messa in discussione da tutti, anche dai Buddhisti stessi, per poter verificare, insieme, se siano valide o meno.

Fin dalla prima lezione del Corso per diventare Consulenti Filosofici avverto: “Badate bene, io non sarò affatto un vostro amico consenziente, anzi, al contrario, sarò il vostro più acerrimo nemico, poiché osteggerò ogni vostra idea con tutto me stesso, giacché solo così potrà esserci una crescita e uno sviluppo del pensiero critico. Spetterà a voi contrastarmi di conseguenza per mezzo delle vostre ragioni”.

Quando, invece, il Consulente Filosofico non dovrebbe esprimere le proprie opinioni?

In due sole occasioni.

Quando insegna ai bambini, poiché quest’ultimi non sono ancora capaci di opposizione critica e non bisogna correre il rischio di influenzarli, e durante le consulenze filosofiche individuali, a meno che non gli vengano espressamente richieste.

Il Filosofo che non esprimesse le proprie opinioni ad un auditorio adulto, invece, sarebbe solo un inutile insegnante. Non sarebbe infatti adatto ad aiutare a crescere i propri ascoltatori o i propri studenti, perché eviterebbe il confronto, lo “scontro”, le tipiche battaglie dialettiche fatte a colpi di creazione di dubbi, allo scopo di formare la capacità di affrontare ogni enunciato con una metodologia completa e totale.

Sarebbe come un Maestro di Arti Marziali che evitasse di combattere con i propri Allievi, lasciandoli gareggiare solo tra di loro, quando invece, è risaputo, è solo confrontandosi con i più forti che si diventa più abili e più capaci.

Fin troppo facile schivare i colpi di un principiante ed anche fin troppo facile mettere al tappeto una cintura bianca.

Un vero maestro si riempie di soddisfazione e di orgoglio nel vedere un proprio allievo che, dopo anni di allenamento, sia in grado di batterlo; ecco perché uno studente che si lamenti nell’essere osteggiato dal proprio maestro è bene che abbandoni il percorso e che si dedichi ad altro.

Non solo, la grandezza dell’allievo, sembra assurdo ma è così, viene riconosciuta dal Filosofo anche quando vede che il proprio studente è in grado di accettare di essere stato messo al tappeto.

Se vede i propri allievi sbraitare da terra, convinti di essere ancora in piedi, li lascia lì e passa oltre, poiché la polemica ossessiva non è mai paragonabile all’argomentare filosofico; quest’ultima va bene nei bar o nei gruppi social dove non si sa fare altro che perseguitarsi senza il vero scopo della conoscenza. Non è compito del Filosofo abbassarsi ad un livello mediocre di conversazione e, per tale ragione, la abbandona in men che non si dica.

Chi è già troppo sazio di se stesso, non potrà mai essere veramente affamato del sapere filosofico.

Tratto dai Corsi: Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

natyan

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foto natyan 10 agosto 2020 (7a)

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