BASTITUDINE & SUKKIRI
L’attore, nonché scrittore Stefano Massini, ha creato un sostantivo per esprimere la sensazione che ci assale quando decidiamo che occorra fermarsi, non proseguire con inutili sforzi.
Nel suo libro “dizionario inesistente” si accorge che ci sono molti termini per indicare la volontà di non arrendersi, anche quando sarebbe meglio farlo, come per esempio ostinazione, caparbietà, cocciutaggine, testardaggine e così via, ma che non esistono sostantivi, in italiano, per indicare la volontà di porre fine alle inutili frustrazioni.
E’ per porre rimedio a questa mancanza che Massini ha creato il termine “bastitudine”.
Nella lingua giapponese esiste già da tempo qualcosa di simile e si pronuncia “sukkirì”.
Un termine che viene evocato ogni volta che qualcosa è giunto a conclusione, che non ha più motivo di proseguire oltre.
Sukkirì nel momento in cui si capisce, per esempio, che una relazione debba finire, o che occorra smetterla con una cattiva abitudine, con un conflitto, oppure ancora quando si prenda finalmente una decisione che era in sospeso da troppo tempo.
Io userei volentieri la bastitudine e il sukkirì nei confronti di Russia/Ucraina e Israele/Gaza, perché i sostantivi contrari, cioè la cocciutaggine e la testardaggine di certi capi di Governo non meritano il sangue innocente di chi non sa neppure perché mai gli sia toccato donare la propria vita senza potersi opporre ad una tragedia ormai priva di senso.
Esercizio filosofico: Voi, nel vostro piccolo, in quale occasione vi piacerebbe utilizzare la bastitudine e il sukkirì?
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico
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natyan
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