Costruttori di Statue? – Sorridere e Riflettere Insieme Online
“Noi le statue le costruiamo, mica le buttiamo giù!”
Questo potrebbe essere, in sintesi, il riassunto di una conversazione online avvenuta con alcuni amici ieri sera.
Non era certo mia intenzione giudicare, nel bene o nel male, quel che sta avvenendo ultimamente in America, con Cristoforo Colombo, o in Italia, con Indro Montanelli.
Iniziai perciò con il valutare la cosa come avrebbe fatto un bravo sociologo, cioè semplicemente domandandosi il perché di certe reazioni: “Quando abbatterono la statua di Saddam Hussein non si sollevarono certamente ondate di sdegno in Italia, come mai, allora, in questo caso sì?”
Facendo un lungo passo indietro andiamo nell’antica Roma. Tutti voi ricorderete di quando Nerone bruciò l’attuale nostra capitale e incolpò i cristiani in sua vece. Perché gli credettero? Semplicemente perché i primi passi degli “anarchici” cristiani, contro il governo di Roma, furono quelli di bruciare templi, monumenti, abbattere statue e rifiutarsi di fare il servizio militare, invitando le folle ad insorgere, quindi erano considerati dei facinorosi. Se fossero stati solo dei “bravi ragazzi” sarebbe risultato molto difficile credere alla bugia di Nerone.
Da sempre, perciò, quando il “popolo” non riesce ad abbattere il potere, con le buone maniere, si avventa contro i suoi simboli.
Lo hanno fatto i cristiani, lo fanno ancora quelli dell’Isis, ed oggi, le medesime gesta, vengono perpetuate anche da semplici cittadini arrabbiati.
Discutemmo allora un po’ alla Gino Paoli, con i suoi “quattro amici al bar”, con la differenza che noi eravamo su Zoom. Come si sarebbe potuta risolvere la questione in modo alternativo? Come mantenere in piedi un monumento, per il bene dell’arte, della storia, in nome della memoria, ma, allo stesso tempo, rendendo giustizia a chi, da quelle immagini è stato vessato e abusato?
L’amico Massimo Braca fece una proposta: “E se, anziché abbattere statue, si aggiungessero alle stesse resoconti sintetici dei pro e dei contro? In tal modo si eviterebbe l’idolatria fanatica e, al tempo stesso, anche l’estremo opposto”.
L’idea mi piacque e, da eterno utopista quale sono, proposi di innalzare un monumento di un Indios a fianco di Colombo e uno di un Africano da collocare vicino a Montanelli.
Dal momento che la violenza non genera altro che violenza, invece di togliere aggiungiamo, di modo da addizionare vantaggi anziché procurare svantaggi e discordia.
L’arte rimane intatta, anzi, si mette doppiamente all’opera, la memoria storica viene integrata con giustizia, escludendo l’idolatria e rendendo merito alle minoranze emarginate e, per finire, noi, quattro amici in Zoom, ci prendiamo un premio, tutto di natura interiore, per esserci permessi il lusso di continuare a sognare la pace nel mondo come fanno i bambini.
Tratto da: Sorridere e Riflettere insieme Online
natyan
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