DA PLATONE ALLA TIRRANIA
Platone era piuttosto pessimista in merito all’evoluzione-involuzione dei governi e della politica.
A suo dire tutto procede verso il peggio.
Da uno “Stato Perfetto” si prosegue, secondo il filosofo greco, verso un progressivo deterioramento anche se, a dirla tutta, non ci ha spiegato in modo convincente come una cosa perfetta possa diventare imperfetta; se lo diventa vuol dire che proprio così perfetta non era, giusto?
Passando oltre l’ossimorico dilemma vediamo insieme, in sintesi, il suo pensiero, come se dovessi spiegarlo ai bambini.
Dopo lo Stato perfetto si passa alla TIMOCRAZIA, il governo dei nobili intellettuali i quali cercano onore e fama. Dalla timocrazia si scivola verso l’OLIGARCHIA cioè il governo dei ricchi. Dall’oligarchia si decade nella DEMOCRAZIA, un sistema politico il quale offre quasi qualunque genere di licenza, che noi, però, chiamiamo libertà. Infine si sprofonda nella TIRANNIDE, il peggiore dei governi, e più avanti tratteremo le motivazioni di ogni mutamento.
Prima di proseguire notiamo che, per Platone, la storia, è una storia di decadenza e, a ben guardare, ciò che sta accadendo oggi, pur non trovandomi d’accordo sul suo modo di interpretare la democrazia, devo ammettere che forse non aveva tutti i torti.
Vediamo ora come accadono tutte le trasformazioni e i mutamenti politici secondo il pensiero di Platone.
La timocrazia, che un tempo era stabile e unita, si ritrova disunita e in competizione interna a causa dell’ambizione, dell’ostinata ricerca di gloria, onore e fama.
E chi vince, secondo voi? Quelli più ricchi, ovvio, ed è a questo punto che nasce il governo oligarchico. Ma vi pare che tutti i ricchi vadano d’amore e d’accordo tra di loro e che non vogliano, invece, diventare uno più ricco degli altri? Ecco allora che si promulgano leggi le quali dichiarano che possano governare solo coloro che hanno un “conto in banca” di una certa entità e via di questo passo.
In una situazione del genere che cosa mai può accadere se non un’insurrezione dei poveri al fine di ottenere libertà e democrazia? I poveri ammazzano i ricchi e poi si spartiscono le cariche politiche e gli averi.
E ti pare, dice Platone, che con un caos del genere, dove tutti possono dire la loro e mettersi a legiferare anche se ignoranti (vedi per esempio ai giorni nostri i referendum) si possa mantenere a lungo un equilibrio e la stabilità?
Platone descriveva i democratici come persone lontane dai piaceri dell’intelletto, dedite soltanto alle voglie rozze, superficiali e al desiderio di fare solo ciò che fa loro comodo.
Da qui la tirannide, che nasce dalla capacità di un leader politico di mettere gli uni contro gli altri, i ricchi contro i poveri e viceversa e, così facendo, anche la facoltà di attirare a sé le folle, per poi dichiarare guerre a profusione, creando nel popolo la necessità di un capo, il bisogno di un dittatore il quale, come un eroe, dia l’illusione di poter risolvere tutti i problemi in men che non si dica e a colpi di mazzate.
Del resto, in un paese dove tutti vogliono fare di testa propria, è subito ben visto e idolatrato colui che si professa una specie di Rambo o di Superman (per non dire di Harry Potter) capace di fare piazza pulita con qualche ideologica bacchetta magica, non è vero?
E bravo Platone!
A me, però, visti gli ultimi episodi epocali, sembra di aver capito che si possa passare dall’oligarchia alla tirannia senza per forza attraversare le acque della democrazia.
E voi, Amici e Amiche carissime, che cosa ne pensate?
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico
natyan
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