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Delirio di Onnipotenza? – Studio Gayatri Naturopatia dell’Anima


(@natyan27)
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Delirio di Onnipotenza? – Studio Gayatri Naturopatia dell’Anima

Don Chisciotte si imbottì di libri di fantasie cavalleresche e finì per sentirsi lui stesso un cavaliere errante, capace di imprese titaniche e di conquiste impossibili, contro giganti e malfattori. Un vero paladino contro ogni ingiustizia, direte voi, ma si pone il caso che fosse lui a stabilire che cosa fosse giusto, o non lo fosse, in relazione all’ordine cavalleresco da lui sognato, immaginato e vissuto nella propria mente, pur senza costrutto realistico alcuno.

Sono cambiati i tempi?

Con questa puntata riguardante le patologie da cellulare prenderemo in esame la seconda problematica già annunciata, e cioè l’illusione dell’onnipotenza.

Per quale motivo un semplice smartphone può generare in noi la delirante credenza di poter sapere tutto?

Semplicemente perché abbuffandoci di notizie e facendone indigestione, senza alcuna ulteriore verifica, finiamo per credere di possedere verità anche quando abbiamo accatastato solo enormi bugie.

Può bastare che la bugia ci piaccia, così come a Don Chisciotte piaceva immaginarsi un paladino della giustizia, per renderla credibile ai nostri occhi.

Deriva dall’infanzia il desiderio di onnipotenza, di magia, la voglia di eroismo, dettata anche dalle favole che ci sono state raccontate.

Ma se da piccoli, le fiabe, servivano per raccontarci la vita, con le sue giustizie ed ingiustizie, il bene ed il male, allo scopo di renderci consapevoli di come è fatto il mondo, da adulti, se non siamo stati educati, ad una certa età, a fare distinzione tra sogno e realtà, finiamo per rimanere impantanati nel delirante mondo della megalomania.

Uno psicologo è in grado di metterci di fronte a noi stessi, al nostro infantilismo, ma il cellulare non può farlo e ci fornisce indistintamente vero e falso; non si premura di avvisarci se una notizia sia stata creata ad arte o se sia davvero ed oggettivamente accettabile.

Basta guardare a quel accade quotidianamente nel regno virtuale, dove la parola di un intellettuale o di un influencer qualunque che, pur non avendo mai messo piede in un ospedale, finisca per essere più creduta di quella di eminenti e autorevoli scienziati.

La notizia dell’eroe che soddisfa i miei bisogni è sufficiente, e mi fa credere altrettanto sapiente, così come Don Chisciotte si auto-elesse cavaliere pur non avendo nessuna credenziale effettiva per esserlo, se non quella attribuitagli dalla sua stessa immaginazione.

Tutto ciò è rassicurante. L’ansia, l’angoscia di dover affrontare ciò che non mi piace, viene placata dalla risposta tranquillizzante del signor nessuno e sarò pronto a diffonderla e condividerla, allo scopo di sentirmi ancor più rassicurato vedendo che anche altri l’appoggeranno.

E se non verrò sostenuto, quanto piuttosto contrariato?

Non importa, io sono l’eroe adesso, il paladino della giustizia, e tutti gli altri non capiscono nulla, sono involuti, non sono in grado di comprendere e capire la mia missione.

Nel mio delirio di onnipotenza divento il salvatore che accaparra il maggior numero di seguaci fanatici, oppure il messia incompreso che tutti, un giorno, capiranno.

E l’infanzia è lì, che aspetta ancora di fare il salto.

Ma forse non lo farà mai.

A meno che non ci si renda conto che oggi, più di qualunque altra epoca, l’informazione ha perso quasi tutta la sua innocenza, giacché non è più un resoconto di quanto avviene, bensì una vera e propria costruzione di fatti, il più delle volte magistralmente manomessi, se non addirittura mai accaduti.

Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

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Questa argomento è stata modificata 5 anni fa da natyan27

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