I BIMBI FILOSOFI
I bambini, al pari dei filosofi adulti, sanno usare la logica e fanno esperimenti per conoscere la verità. Non hanno pregiudizi, quindi sanno mettere in discussione i propri pensieri in modo naturale poiché formulano ipotesi e mettono alla prova anche i grandi.
Nella società adulta, purtroppo, non funziona così.
Dopo aver letto il mio post intitolato “Credimi! L’Addetto Stampa Interiore” mi hanno chiesto se esista un modo per responsabilizzare coloro che fanno asserzioni particolarmente opinabili.
Certo che c’è, ed è stato individuato da Philip Tetlock, scrittore e saggista americano.
Occorrono tre condizioni affinché chiunque asserisca di possedere la verità, venga messo di fronte alle proprie responsabilità o, se vogliamo, di fronte alla propria ignoranza.
La prima: sei disposto a ripetere tutte le tue teorie di fronte ad un vasto pubblico?
La seconda: ti avviso che il pubblico che presenzierà sarà composto da persone a te sconosciute.
La terza: sappi che il pubblico che ti ascolterà è molto informato sulle questioni che esporrai a tutti. Un pubblico molto competente in materia.
A questo punto i casi sono due.
O l’interlocutore se la dà a gambe riconoscendo la propria ignoranza e quindi l’incapacità di affrontare un pubblico competente, oppure si impegnerà, prima dell’incontro, a fare ricerche approfondite per verificare se sarà in grado di portare prove concrete a sostegno delle proprie tesi.
Nella stragrande maggioranza cosa succede?
Questo ditemelo voi.
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico
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natyan
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