LA PSICOLOGIA DELLE FOLLE

Gustave Le Bon anticipò, nel lontano 1895, l’uso strumentale delle folle individuandone i comportamenti e quindi la prevedibilità.

Trascrisse tutto nel suo libro “Psicologia delle Folle” Shake Edizioni.

Per quale motivo milioni di persone condividono notizie, senza prima averle verificate?

Il sociologo francese comprese che un intelligente individuo solitario poteva diventare un pericoloso imitatore se inserito in un contesto collettivo:

“Una delle caratteristiche principali dell’età odierna sta nel fatto che l’azione inconscia delle folle si sostituisce all’attività cosciente degli individui”.

Tutto ciò è ancor più valido ai giorni nostri poiché l’utilizzo dei social predispone ad una esponenziale imitazione, quasi senza misura, e a poco serve dimostrare con i fatti che ciò che si stia diffondendo si tratti di bufale, fake news o notizie errate.

Così si esprime Le Bon: “Isolato poteva essere fors’anche una persona istruita, ma nella folla è un istintivo, cioè un barbaro… impermeabile alle sfumature, vede le cose in blocco e non conosce le transizioni e le vie di mezzo”.

I primi ad approfittarsi di tale condizione sono ovviamente i leader politici, infatti così continua il sociologo francese:

“L’oratore che vuole sedurre la folla deve abusare di affermazioni violente. Esagerare, affermare, ripetere, e mai tentare di dimostrare qualcosa con il ragionamento, ecco la prassi argomentativa conosciuta a fondo dagli oratori dei grandi comizi. La folla pretende la medesima enfasi nelle emozioni dei suoi eroi. Le loro qualità e le loro virtù apparenti devono sempre essere amplificate. Si è giustamente sottolineato che a teatro la folla esige dall’eroe dell’opera teatrale il coraggio, la moralità e la virtù che non sono mai perseguiti nella vita reale”.

Per attenuare tutto questo dovrei citare un altro libro “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman ma sarei costretto a dilungarmi oltre misura, perciò per ora mi fermo qui, a riflettere insieme a voi su quanto occorra fare attenzione ad un inconscio sempre pronto a reagire d’impulso, e troppo velocemente, all’interno di quella folla chiamata social-media.

Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico

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natyan

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