Le Bufale di Montagnier – Counseling Filosofico con natyan
Stanco, e direi anche annoiato, di ricevere link inneggianti a Montagnier, ho deciso di mettere tutti al corrente di cosa io pensi, già da molti anni, del soggetto in questione, senza nulla togliere alle sue capacità dimostrate fino all’ottenimento del Premio Nobel ma, appunto, non oltre quel giorno.
La Nobel Disease, chiamata anche Nobelitis (in Italiano “malattia da Nobel”, ovvero Nobelite), è una condizione che “colpisce” solo gli scienziati che hanno vinto il Premio Nobel. E’ un fenomeno che ha riguardato taluni vincitori di questo ambito riconoscimento, tra cui anche Montagnier. Sono stati elencati diversi «sintomi della malattia», ma il principale è l’effetto Dunning-Kruger, che conduce chi è esperto solo di una specifica materia a sottovalutare la complessità delle altre, esagerando le proprie competenze in merito.
La prima bufala di Montagnier già ebbi modo di raccontarla in un corso di Naturopatia anni or sono. Dopo solo un anno dal Nobel, Montagnier decadde vorticosamente nella pseudo-scienza quando entrò in affari con associazioni fondate da Benveniste e alcuni suoi collaboratori. Volle far credere che parte del DNA avesse la capacità di trasferire la memoria per mezzo dell’acqua, un concetto “rubato” all’omeopatia.
Molti, ancora oggi, credono che l’omeopatia sia un’invenzione del Dott. Hahnemann ma in verità il medico tedesco non fece altro, a propria volta, che riferirsi a concetti derivanti dalla magia antica popolare, come ampiamente spiegato dall’antropologo scozzese J. G. Frazer in un trattato di circa un migliaio di pagine (Il Ramo D’Oro) dove si evincono molteplici pratiche esoteriche antiche basate sul concetto omeopatico: “il simile cura il simile”.
Cosa significa?
Secondo l’omeopatia, ciò che ti fa ammalare, se preso in dose infinitesimale ti può far guarire. In pratica se ti ubriachi bevendo due litri di vino, se poi ne prendi una goccia infinitesimale diluita nell’alcol (il che è tutto dire) per poi essere dinamizzata (se non la sgigotti non vale!) guarisci dalla sbronza.
Un altro esempio? Secondo diversi popoli antichi se ti ammalavi di itterizia (che ti fa diventare giallo) non dovevi fare altro che guardare qualcosa di giallo (il sole, un fiore, una beccaccia, ecc.) per un certo periodo di tempo. Il colore giallo ti aveva fatto ammalare, lo stesso colore giallo ti farà guarire.
Hahnemann e Montagnier non hanno fatto altro che rendere più sofisticata la bufala del “similia similibus curantur”.
Prima di proseguire avviso che in merito alla memoria dell’acqua si è parlato tanto anche dello pseudo-scienziato più deriso del Giappone, Masaru Emoto, il quale, in realtà, era laureato solo in scienze della comunicazione, quindi un bravo esperto di marketing, tanto che diventò milionario con la vendita dei suoi libri pieni zeppi di teorie indimostrate che, ovviamente, si è sempre rifiutato di sottoporre a verifica negli appositi laboratori scientifici.
La seconda bufala di Montagnier fu un brevetto (rubato ad un collega) rivelatosi grottesco. Un rilevatore di frequenze elettromagnetiche per diagnosticare talune malattie. Venne ampiamente dimostrato essere un prodotto del tutto inutile in tal senso ma di certo facilmente vendibile tra i creduloni delle medicine alternative.
La terza mastodontica bufala fu quella di voler convincere tutti che con la papaya si potessero curare malattie molto gravi come l’autismo, l’AIDS e il Parkinson.
Per farsi pubblicità regalò un suo prodotto a base di papaya a Paolo Giovanni II, ovviamente senza alcun risultato, tanto che il Papa non poté certo fargli da testimonial.
Di tutte le altre bufale in merito al Covid non parlo, se proprio volete “soffrire” andate a questo link ( https://www.open.online/2022/02/10/chi-era-luc-montagnier/ ) e ne avrete per giorni e giorni.
E se poi volete “addolorarvi” ancora di più con un libro (che a leggerlo di un fiato occorrerebbero almeno 15 ore) riguardante ogni genere di bufala, potete procurarvi “Il Mondo Sottosopra” di Massimo Polidoro ed. Piemme.
Qualcuno potrebbe rispondermi: “Ma ti pare giusto prendertela con chi non c’è più?”.
In primo luogo non me la prendo con nessuno.
In secondo luogo, se proprio mi si vogliono inviare gli elogi di chi non c’è più, vi avviso che gradirei molto di più gli elogi nei confronti dei 38 medici che, seppure in pensione, hanno dato la loro vita per salvare la nostra.
E’ anche grazie a loro, se oggi siamo più liberi di ieri.
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico
natyan
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