Libertà, Dittatura e Rabbia – Counseling Filosofico con natyan
In Russia, il cittadino che osa anche solo depositare un fiore di fronte all’ambasciata Ucraina, in segno di solidarietà, è costretto a rilasciare le proprie generalità alle guardie di Putin e, in taluni casi, viene anche arrestato, così come sono stati arrestati 6.000 manifestanti scesi in piazza pacificamente contro la guerra.
Quando vedo certe scene ringrazio di essere nato nella democrazia italiana.
Prima di arrabbiarmi per qualche situazione a mio svantaggio penso sempre alle parole di Aristotele:
“Adirarsi è facile. Ne sono tutti capaci. Ma non è assolutamente facile e, soprattutto, non è da tutti adirarsi con la persona giusta, nella misura giusta, nel modo giusto, nel momento giusto, e per la giusta causa”.
In questi ultimi tempi ho sentito spesso, qui da noi, nel nostro bel Paese, invocare la libertà; già, la libertà, ma che cos’è la libertà?
Nell’ambito della Psicologia della Personalità viene divisa in due categorie principali:
- Assenza di costrizioni o di impedimenti (cioè la libertà da…);
- Capacità di determinarsi secondo un’autonoma scelta, in vista di fini con ricerca dei mezzi adeguati (cioè la libertà per…).
In entrambi i casi non possiamo comunque parlare di libertà assoluta, poiché sempre condizionata da limiti esterni (dovuti all’ambiente) e interni (dovuti alle pulsioni).
Si tratta perciò di una conquista che richiede molte riflessioni sulle proprie azioni, al fine di potersi indirizzare in modo consapevole verso gli obiettivi scelti e, non di meno, verso il dominio delle forze pulsionali che pretendono soddisfazione all’istante.
Per tale ragione perfino l’autorità si trova in un rapporto dialettico e per nulla antitetico nei confronti della libertà, poiché quest’ultima è necessariamente limitata dai così chiamati “valori attuali” costituiti dalle azioni e dagli atteggiamenti, e dai “valori attesi”, costituiti da norme e precetti che la coesistenza sociale necessariamente impone.
In ultima analisi possiamo dire che il soggetto, nonostante desideri una libertà assoluta, deve sottostare a tutti i limiti annessi e, soprattutto, non può esimersi dall’essere responsabile delle sue azioni.
Anche la libertà, perciò, esiste solo in relazione a qualcosa e non può venire concepita come un dato oggettivo.
Troppa libertà? Poca libertà? In relazione a cosa?
Io potrei asserire: “questo orologio costa troppo!” salvo poi sentirmi dire: “caro signore, lei sta guardando un Rolex, ed è normale che in relazione al suo portafogli costi troppo ma, in realtà, il prezzo è giusto per il suo valore, quindi, se desidera spendere meno, in quest’altra vetrina ci sono quelli con i cinturini di plastica”.
La stessa cosa vale per la libertà quando si vive in un contesto sociale, perciò, prima di arrabbiarci, credo sia il caso di riflettere a lungo su quanto, nell’Etica Nicomachea, asseriva Aristotele:
“Adirarsi è facile. Ne sono tutti capaci. Ma non è assolutamente facile e, soprattutto, non è da tutti adirarsi con la persona giusta, nella misura giusta, nel modo giusto, nel momento giusto, e per la giusta causa”.
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico
natyan
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