Nonostante il lento processo di liberazione femminile, l’India è tuttora un Paese a sfondo maschilista, così come lo era l’Italia fino a qualche decennio fa.
La moglie deve servire il marito, adorandolo quasi come fosse un dio.
Da ragazza è subordinata al padre, al marito in età giovanile ed ai figli nel caso rimanga vedova.
Diversamente, invece, da quanto avviene nel cattolicesimo, la sessualità è tesa alla ricerca del massimo piacere, come illustrato anche a livello pedagogico dai bassi rilievi, nei templi, del Kama Sutra.
In questo senso, sia l’uomo che la donna, sono liberi dalla sessuofobia tipica del mondo religioso occidentale e si avvicinano piuttosto ad un concetto di Nietzsche:
“Il sesso è la felicità che diventa parabola della suprema felicità e della suprema speranza”.
In India possiamo trovare anche una tendenza che fu tipica del mondo latino.
Gli induisti, infatti, non hanno remora alcuna a partecipare con entusiasmo alle proprie feste, come a quelle proposte da religioni diverse.
natyan
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