Non ti toccare o diventi cieco! Counseling Filosofico Monza
Chi ritiene che il vecchio monito: “non toccarti altrimenti diventi cieco!” derivi da un condizionamento religioso si sbaglia.
La masturbazione non era, prima del settecento (poi vi svelo il colpevole) tenuta in grande considerazione fino al punto da condannarla drasticamente, né dal mondo biblico né da quello greco.
E’ vero che Onan praticò il coito interrotto e che venne punito da Dio, ma solo perché, così facendo, rinnegò la legge del matrimonio levitico (Genesi, 38,1-9; Deuteronomio, 25,5-10).
In Grecia, i medici Ippocrate e Galeno inquadrarono la masturbazione nella teoria generale degli umori i quali dovevano essere, in talune circostanze, talvolta espulsi e talvolta trattenuti.
La mitologia greca, addirittura, divinizzò la masturbazione (ora però non sentitevi un dio quando vi toccate) mettendola sotto la protezione di Pan.
Fu nel settecento, come vi dicevo, con la nascita della scienza medica “moderna” che un medico svizzero, di nome Tissot (ecco il colpevole) dichiarò: “masturbarsi provoca disturbi visivi, occhiaie, foruncoli, bulimia, gastrite, tremori alle ginocchia, blefarospasmo, emicrania, malattie veneree (e come ci sia arrivato a questa chi lo sa?!) perdita dei capelli, tisi e mielite.
Fu solo a questo punto che anche le religioni, di solito restie a credere alla scienza, approfittarono di tali pseudo-scoperte per rincarare la dose nelle prediche e durante le confessioni.
Come se non bastasse, contemporaneamente, il dottor Zimmermann, medico personale di Federico II, dichiarò che la masturbazione femminile provocasse danni peggiori rispetto a quella maschile, poiché tale pratica veniva da loro esercitata fin dalla primissima infanzia.
E cosa dire, poi, delle pratiche preventive per impedirne il vizio?
Credo proprio che ci volle un particolare genio perverso per idearle tutte, come per esempio le giarrettiere per bloccare le mani, i letti divisi con paratie elastiche fra il torso e l’addome, infibulazioni, cappotti corti (così se ti tocchi ti vedo) tavoli non troppo grandi (così ti posso controllare sotto) camere leggermente illuminate (se no al buio chissà che cosa fai) e il divieto di spazi segreti e isolati poiché lo star da soli poteva essere l’inizio della pratica chiamata, non per niente, “solitario”.
In definitiva nacque la criminalizzazione della solitudine.
Fortunatamente, oggi, gli adolescenti sono molto più svegli e più liberi di quelli del settecento: “mamma non ti preoccupare se divento cieco, tanto mi sono allenato ad occhi chiusi e me lo trovo lo stesso!” e se proprio non possono essere sinceri, con il rischio di subire aspri rimproveri, si difendono come ci venne ricordato da Giorgio Gaber: “evviva la bugia!” esclamazione che potrete ascoltare in una sua canzone al seguente link:
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico
natyan
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