Parole Perdute? – Studio Gayatri Naturopatia dell’Anima
Quello che un tempo definivi come un delicato colore, oggi lo chiami grigiore.
A cosa mi riferisco? Ai valori perduti dell’etimologia.
E’ un vero peccato che le parole, nel tempo, possano perdere il proprio reale e completo significato.
Ed è ovviamente in questo modo che, l’essere fragili, può diventare un’offesa, poiché i dizionari comuni abbinano la fragilità solo a qualcosa, o qualcuno, che abbia una consistenza debole, incapace a resistere; valutando unicamente l’aspetto ombroso, debilitato.
Perseguitato dalla mia ignoranza ho voluto approfondire l’etimologia delle parole acquistando il “Dizionario analogico della lingua italiana” (consiglio recepito da una lettura di Eugenio Borgna) e con felice sorpresa ho potuto constatare che la fragilità non è fatta solo di ombre, bensì anche di luminosa consistenza.
La persona additata come fragile, perciò, non è soltanto una creatura priva di forza, bensì anche colma di delicatezza, di profonda sensibilità e di sentimenti umanistici.
Perdendone il completo significato rischiamo di etichettare la fragilità come qualcosa esclusivamente di negativo, depauperandolo degli aspetti che la rendono incline alla speranza, ai sogni silenziosi del proprio cuore e agli intenti pacifici e pacificanti poiché, proprio chi è fragile, riconosce più facilmente degli altri l’inconsistenza delle guerre e delle armi.
La creatura fragile può rompersi dentro, ma difficilmente distruggerà qualcosa fuori di sé!
Tratto dal Corso Parlare-Scrivere-Comunicare – Counseling Filosofico
natyan
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