Perché le Implicite? – natyan Parlare Scrivere Comunicare
Mi hanno chiesto come mai nel marketing, sia esso aziendale o politico, si usino così tanto gli slogan indiretti, impliciti, quando sarebbe più semplice dire le cose come stanno, senza che debba essere il ricevente a tirare le proprie conclusioni.
Lascio la risposta nelle mani di Olivier Reboul, studioso di Filosofia, Pedagogia e Retorica, nonché docente di Scienze Umane dell’Università di Strasburgo:
«La propensione egocentrica porta a preferire le proprie credenze, e indurrà anche a preferire le credenze a cui si è arrivati da soli; questo spiega perché all’emittente può convenire di usare la comunicazione implicita: essa gli consente di indurre nel destinatario credenze (cioè ragioni e conclusioni) che il destinatario, essendoci arrivato da solo, sarà più incline ad accettare. E consente, anche, all’emittente, di nascondere le sue vere intenzioni riguardo alle conclusioni che vuol fare trarre dal destinatario, oltre che al successivo corso delle sue azioni».
Dagli esperimenti di Dan Sperber, Francesco Cara, Vittorio Girotto risulta inoltre che:
«Le persone sono degli ottimisti cognitivi quasi incorreggibili. Danno per scontato che i loro processi cognitivi spontanei siano altamente affidabili, e che il risultato di questi processi non necessiti di essere controllato».
Mentre Socrate, aggiungo io, ti conduceva alla Conoscenza, in modo sano, facendoti scavare dentro di te, per il tuo stesso bene, il marketing (sia politico che aziendale) usa spesso sistemi di induzione per raggiungere i propri scopi.
Tratto dal Corso: Parlare-Scrivere-Comunicare
natyan
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