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Ritualismi - Counseling Filosofico con natyan Studio Gayatri Monza


(@natyan27)
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Ma chi l’ha detto che non abbiamo più bisogno di riti?

Ci siamo immersi fino al collo, anche senza la necessità di aderire ad una religione, ma molti non se ne rendono conto.

Prendiamo ad esempio una partita di calcio.

Per i tifosi accaniti lo stadio è una specie di terra santa.

La suddivisione del pubblico è una selezione fatta in base ai gruppi sociali e c’è una area riservata ai “sacerdoti” della politica o a personaggi importanti.

Tutte le competizioni hanno un calendario prestabilito, quanto prestabilite sono le festività sacre e guai a perderle, ci si prepara giorni, mesi e anche anni prima.

I calciatori, con l’avvicinarsi delle partite, hanno la necessità di raccogliersi maggiormente, tanto che in situazioni di crisi vanno in ritiro (Berlusconi chiedeva addirittura la castità sessuale ai milanisti prima delle partite importanti).

Prima di ogni partita molti giocatori pregano, fanno gesti scaramantici o si fanno il segno della croce.

Dopo ogni goal ci sono abbracci e festeggiamenti accompagnati da codici corporei precisi e ripetitivi.

I tifosi cantano inni, alzano gli occhi al cielo, idolatrano i loro “santi-eroi” ed elargiscono maledizioni contro l’arbitro (tacciandolo di eretico) e la “religione avversaria”.

Sempre i tifosi, sia a casa come allo stadio, usano gesti propiziatori, prima e durante la partita, come per esempio indossare la stessa maglia se ritengono che in una particolare occasione abbia portato fortuna o evitando di fare qualcosa se ritengono che porti sfortuna.

Sia tifosi che calciatori usano spesso amuleti di vario genere da portare con sé ad ogni partita.

Di solito le pratiche propiziatorie sono prese a prestito dalle religioni periferiche.

La coppa del vincitore ha la forma di un grosso calice sacro e, una volta vinto, gli “officianti” dopo averla sollevata verso il cielo bevono da essa il “vino-santo” (leggasi champagne) così come avviene durante un rito eucaristico.

 Siamo ancora tutti sicuri che l’essere umano non abbia più bisogno di riti?

Tratto dal Corso: Counseling Filosofico – Diventa Consulente Filosofico

natyan

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