Siamo Indecifrabili – Studio Gayatri Counseling Filosofico
Buongiorno Prof. Galimberti, prima di tutto devo ringraziarla per avermi ricordato un enunciato di Aristotele: “I comportamenti degli esseri umani non sono prevedibili in maniera esatta e precisa come invece lo sono i teoremi di matematica, con i quali si deducono le conseguenze dalle premesse!”.
Dall’inizio della pandemia ho passato giorni e giorni a cercare di farlo capire con altre parole ma lei è sicuramente molto più bravo di me.
Effettivamente ha una sacrosanta ragione quando dice:
“Scienza medica, popolo e politica, in questo periodo, stanno partendo necessariamente da presupposti diversi, perciò è davvero difficilissimo accontentare tutti”.
La medicina si occupa di prevenire e poi curare la malattia e suggerisce determinate misure, il popolo cerca di soddisfare i propri bisogni di libertà in ogni senso, perché molto stressato e preoccupato a causa della clausura, la politica deve occuparsi dell’economia, altrimenti non ci risolleveremo più.
Far collimare queste tre necessità è complicatissimo e sono d’accordo con lei anche quando dice: “Il Governo se l’è cavata abbastanza bene e, se ci sono stati errori, è del tutto naturale poiché è sempre così quando si affronta un problema del tutto nuovo”.
Io ho provato in molti modi a spiegare che nessun nuovo problema nasce con la soluzione già pronta e che occorre tempo per trovarla. Ho provato più volte a ripetere che tutti gli Stati del mondo, fatta eccezione per la Germania, hanno trovato le stesse difficoltà degli italiani, se non di più, nonostante abbiano avuto più tempo per prepararsi e che, per quanto siano stati fatti alcuni errori non possiamo certo parlare di malafede.
Fino a che non l’ho ascoltata, caro Professore, mi sembrava di essere diventato stupido in un colpo solo, di non saper più utilizzare la logica in modo giusto, dal momento che sono stato più volte contestato, e devo dire che mi ha rincuorato tantissimo appurare che la pensa esattamente come me. Del resto, lo sa anche lei, Socrate ebbe a chiedere: “Se sei un atleta e il pubblico ti critica ma il tuo allenatore, che ha molto più valore del pubblico inesperto, ti dice che stai facendo bene, a chi crederai? Ai molti incompetenti o a quel solo intenditore del mestiere?”
Lei non si immagina nemmeno, inoltre, quanto io sia saltato sulla sedia pensando: “Ma non mi dica! Anche lei, come già ho fatto io in più di un’occasione, cita i furbetti italiani!”
Dopo aver più volte ripetuto, tanto per fare qualche esempio, che tra le tante furberie, siamo quelli delle “false timbrature” sono stato attaccato. Caso vuole che, proprio il giorno seguente al mio post, ne sono stati indagati altri sessanta, compreso alcuni responsabili comunali.
Ma in verità non è di questo che vorrei parlare, bensì della sua citazione in merito al grande Ulisse, lo sa che mi giunge del tutto nuova?
Facciamo un passo indietro e torniamo ad Aristotele.
Dal momento che i comportamenti umani non sono decifrabili, non sono deducibili da premesse e quindi non si possono modificare con qualche schematizzazione, cosa fare per mediare una soluzione?
Il filosofo greco sostiene che occorre la “Phronesis”, ma che roba è?
Si chiama saggezza, buon senso, cioè la capacità di modificare, di volta in volta, determinate situazioni, stabilendo, momento per momento, cosa sia meglio e cosa no, o per lo meno di decidere sulla base del male minore quando non sia possibile ottenere il bene per tutti.
In pratica è la capacità di muoversi all’interno di particolari problematiche quando i pericoli provengono da più parti.
E qui, caro Professore, lei mi cita, appunto, Ulisse, sostenendo che Omero parlasse di lui come uno che ha “Phronesis” quindi saggezza, opponendosi al significato datogli da noi italiani, cioè un condottiero “astuto-furbo”.
Dopo di ciò aggiunge, con una certa ironia, che tale errore di decifrazione del termine deriva probabilmente dal fatto che noi, italiani, siamo così abituati a fare i “furbetti” che proprio non siamo stati capaci di tradurre il tutto in modo corretto.
Sorvoliamo comunque su questa parentesi scherzosa e approfondiamo oltre.
Ai giornalisti che continuano a chiedere informazioni stabili, precise, statiche (chiare e distinte direbbe Cartesio) non si può non rispondere come avrebbe fatto Aristotele: “In questi casi è del tutto inutile pretendere quello che non può essere dato, poiché la situazione è ancora in fase di studio e ci sono ben tre reazioni, tutte diverse tra di loro, da dover controllare e dirigere. Chiedere, e dare, qualcosa di statico sarebbe da folli, non da saggi”.
Il popolo invoca la libertà, la medicina osserva la malattia, la politica si concentra sul crollo dell’economia, così siamo in un pasticcio indecifrabile, perché queste tre cose cozzano le une contro le altre.
Da qui la necessità di trovare, di volta in volta, il punto di equilibrio tra le forze “apparentemente” contrarie, oltretutto in un tempo opportuno (Kairos) cercando di individuare i punti deboli di tutte le parti in causa.
Ci si deve aggrappare alla prudenza, giacché non è rintracciabile in nessun modo, tanto meno velocemente, una soluzione che possa andare bene per ognuna delle forze in gioco.
Caro Professore, più volte ho urlato ai quattro venti che vedo cause di determinati problemi ma non colpe attuali, se non l’impreparazione dovuta al fatto che la situazione fosse completamente inaspettata.
Una cosa è indicare una causa e ben altra cercare a tutti i costi i colpevoli o fare della dietrologia inutile. Questa, semmai, servirà a bocce ferme, quando tutto ciò che è urgente e prioritario sarà risolto.
Ma sa qual è il dilemma caro Professore?
E’ che molti si aspettano che altri debbano usare la “Phronesis” dimenticando che sia dovere di tutti l’utilizzarla.
Può bastare che anche una sola parte non ne faccia uso e sarà catastrofe.
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico Studio Gayatri Monza
natyan
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