Sono l'unico ignorante? – Studio Gayatri PNF Monza
Victor Hugo ebbe a dire che se nella notte del 17 giugno 1815 non fosse piovuto, le sorti dell’Europa avrebbero potuto essere diverse!
Se già allora si riteneva che una “virgola” potesse cambiare le sorti del pianeta, figuriamoci oggi, dove un bottone premuto fuori tempo può essere la causa di una catastrofe mondiale.
Siamo imprigionati dalla tecnica. Parafrasando il Prof. Umberto Galimberti ricordo che non viviamo più ai tempi di Platone, quando la politica era considerata il luogo delle decisioni. Viviamo in un’epoca in cui ogni questione viene necessariamente decisa dai competenti tecnici.
Nell’ascoltare un po’ tutti, in generale, mi rendo conto, sempre di più, che sono fra le minoranze disposte ad accettare di essere ignorante, e la cosa mi preoccupa non poco.
Secoli or sono, i tecnici sapevano come fare una casa, un pozzo o un ponte e i politici decidevano se quelle cose andavano fatte e perché. Oggi i politici vorrebbero realizzare molti progetti ma non possono decidere nulla senza prima la verifica delle competenze tecniche e, se gli esperti si oppongono, gli uomini di partito, pur di continuare ad esercitare il proprio illusorio potere si affidano agli incompetenti come me, per ottenere adesione.
Faccio alcuni esempi:
Sì Tav, no Tav? Ci aiuti a propagandare? Un bel referendum?
Sì euro, no euro? Un altro referundum?
OGM sì, OGM no, ennesimo referendum? OMG!!!
Fantastico, mi dico, sarebbe come se si facesse una raccolta popolare di firme per decidere se il signor Rossi debba essere operato chirurgicamente in un modo piuttosto che un altro. Cosa volete che ne sappia io di chirurgia medica? Convocate tutti i massimi esperti, litigate, scornatevi e infine decidete fra di voi, se no per che cacchio vi ho votato? Per sentirmi responsabile delle vostre decisioni? Così poi, se le cose andranno male potrete dire: “Lo avete scelto voi!”? La consapevolezza della mia ignoranza mi porta a rifiutarmi di optare per qualunque decisione di importanza vitale.
Ricordo quando si opposero all’autostrada del sole perché la spesa non valeva il profitto che se ne sarebbe potuto ricavare. Se avessero fatto un referendum cosa sarebbe successo? Fortunatamente all’epoca non c’era internet per condizionare il parere degli inesperti come me, ma oggi quanti di noi possono essere influenzati nelle proprie decisioni se non siamo in grado di reputarci ignoranti?
Quel che mi allarma e mi stupisce è vedere che si prenda posizione sulla base di articoli rilevati in internet, come se per un’operazione chirurgica io potessi prendere posizione semplicemente perché abbia trovato qualche nota informativa di parte nei social. Disistimarsi un po’ non sarebbe granché male in talune occasioni.
Mi dicono: “Hai visto la Brexit? Ora gli inglesi stanno meglio!” Peccato, dico io, che se leggi il giornale dell’opposizione scopri che gli inglesi stanno peggio. E poi, cosa significa tutto questo? Che l’Italia, se fosse vero quel che dici tu, sarebbe comunque paragonabile alla Gran Bretagna e che otterrebbe in modo matematico e certo lo stesso risultato?
Abbiamo gli stessi esorbitanti debiti? Tu che mi vuoi convincere, in che cosa sei laureato? Qual è la tua occupazione? In che cosa ti sei specializzato? Che studi hai progettato, nello specifico? Oppure hai solo fatto scorrere gli occhi su ciò che circola in internet? E per tale banalissima ragione dovrei farmi convincere da te?
Riporto quel che scrissi tempo fa:
Tutti gli esperti di economia sono a conoscenza di ciò che accadde nel novembre del 2008, quando la Regina Elisabetta fece visita alla London School of Economics. Aveva perso in borsa la bellezza di 25 milioni di sterline, perciò rivolse ai maggiori esperti la seguente domanda: “Come mai nessuno ha potuto prevederlo prima?” Luis Garicano, docente di Management (non un fruttivendolo, un perito elettronico, un impiegato, una commessa o un imbianchino) rispose in tal modo: “In ogni fase, qualcuno stava facendo affidamento su qualcun altro e tutti erano convinti di fare la cosa giusta!”.
Ora sorge a me la fatidica spontanea domanda: “Ma se perfino gli espertissimi della Regina Elisabetta sbagliano alla grande, noi, che accidenti ne vogliamo sapere di euro e di lira? Ma, soprattutto, come possiamo essere certi di un futuro migliore, o peggiore, usando l’una o l’altra moneta?”
Perciò, a tutti coloro che puntualmente insistono nel voler convincermi delle ragioni dei pro o dei contro su vicende che richiedono estrema competenza rispondo:
“Per gli OGM non sono genetista né biologo molecolare, per i vaccini non sono un virologo, per la Tav e l’uscita dall’Europa non ho mai messo piede a Cambridge, ad Oxford o alla Cattolica e, soprattutto, non baso le mie decisioni appellandomi a motivazioni irrazionali. Non parteggio per una questione sulla base di simpatie, antipatie, fascinazione, spinte emotive di pancia, trascinamento delle passioni ed evito qualunque propaganda o tifo da stadio, rifiutandomi di condividere link senza una controparte di bilanciamento”.
E dato che il presente post è meramente a carattere filosofico ricordo quanto asseriva Platone: “I retorici (coloro che tentano di convincere per mezzo di slogan appassionati, attrazioni affettive, subdole fascinazioni, ecc.) e i sofisti (coloro che usano argomenti sofisticati e fuorvianti per convincere le masse) dovrebbero essere tutti espulsi dalla città perché riducono le masse in soggezione irrazionale e ne impediscono le facoltà consapevoli!”.
Più aumentano le tecniche di persuasione come strumento delle decisioni e maggiormente diminuiscono le facoltà cognitive razionali.
E a chi mai pensasse che il problema sia nuovo (in realtà è solo più evidente grazie all’esistenza dei social) rimando alla lettura de “Il Processo di Socrate” dove in poche squisite pagine si potrà constatare quanto, da sempre, gli esperti del proprio mestiere, si azzardino a volerlo essere anche nei mestieri degli altri, provocandone perfino ingiuste condanne a morte.
Concludo perciò rammentando che se non siamo capaci di consapevolizzare la nostra ignoranza, rischiamo anche noi di diventare complici di decessi altrettanto gravi, sotto forma di decisioni prese in modo del tutto irrazionale.
natyan
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