Voltati! – Studio Gayatri Naturopatia dell’Anima
Ricordo quando entravo in una chiesa e mi facevo il segno della croce rivolgendomi a Dio, silenziosamente, accompagnando la mia mano: “Mio Dio, unisci la mia mente (mano sulla fronte) al mio cuore (mano sul cuore) affinché le mie braccia (mano sulle spalle sinistra e destra) possano compiere azioni d’Amore!” per poi raccogliermi quieto a guardarmi dentro.
Oggi guardo fuori, richiamato da un’affermazione di Don Ciotti: “Il 20% degli italiani possiede ben il 72% della ricchezza nazionale. Non possiamo stupirci che, attualmente, ci sia gran parte della popolazione senza riserve economiche, e quindi assolutamente non in grado di affrontare la crisi!”
Poi, continuando a guardare nello schermo televisivo vedo milioni di indiani che scappano in massa dalle città, infettandosi ancor più vicendevolmente, per rifugiarsi nelle campagne e nei villaggi, con la speranza di non essere contagiati.
Nel 700 l’India, grazie alla propria economia, in gran parte fondata sull’agricoltura, possedeva il 16% della ricchezza mondiale; oggi, a causa dell’industrializzazione ben il 60% della popolazione, cioè 900 milioni di abitanti, guadagnano meno di due dollari al giorno.
Ehi, dico a te, voltati! Ma sì, proprio a te, che parli spesso solo ed unicamente in nome del progresso. Prima di tutto ti chiedo cosa sia mai davvero, il progresso, se non è in grado di “mettere in vacanza non retribuita” per soli due o tre mesi intere popolazioni, senza che queste non abbiano nemmeno le risorse per sfamare i propri figli.
Occorre realmente voltarsi, guardarsi indietro.
E riformulare tutto.
Tenendo per buono ciò che il progresso industriale ci ha donato di vantaggioso, ma sbarazzandoci al più presto di quell’esagerata libertà di mercato che ha prodotto un divario, a dir poco lacerante, tra ricchi e poveri.
E’ stato calcolato che, per ottenere una persona ricca e facoltosa, occorre che almeno cinquecento siano miseri e nullatenenti.
Ma certo caro progresso, non lo sapevi?
Se il 20% possiede il 72% del totale, e l’80% deve spartirsi il rimanente 28% considerando pure che nemmeno verrà spartito in parti uguali, quanti saranno a rimanere senza poter procurare cibo, e il benché minimo sostentamento, alle proprie famiglie, in tempi di carestia?
Non resta davvero che farci il segno della croce, riflettendo sul suo significato più profondo, affinché mente e cuore lavorino realmente in simbiosi ed armonia per il futuro!
Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico
natyan
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