𝐂𝐡𝐨𝐭𝐭𝐨 ちょっと
Per un Giapponese sì, vuol dire sì, perciò ti puoi fidare se ti dà una risposta affermativa.
Quando, infatti, non è certo, non è sicuro al 100% ti risponderà, senza remore, che non lo sa (forse, non saprei, può darsi di sì, può darsi di no) e cioè con Chotto.
Noi occidentali siamo abituati a dire sì (per non ferire) anche quando vorremmo dire no, per esempio se ci viene chiesto da un’amica se ci piace il suo nuovo taglio di capelli a noi non gradito.
Anche i giapponesi non amano ferire ma hanno un modo diverso dal nostro per evitare di farlo. Usano Chotto, chinando la testa, come i cagnolini quando ti guardano di traverso, piuttosto che dirti di no, facendoti capire che ci devono pensare, che preferiscono non darti subito il loro parere.
Mentono?
Assolutamente no, poiché sanno che la loro opinione potrebbe essere errata e che, in fondo, un no troppo veloce, potrebbe tramutarsi a lungo andare con un sì, quindi perché mai colpire subito con un’opinione negativa l’interlocutore?
Chotto, non saprei, abbi pazienza, lasciami pensare.
Una tale risposta può infastidire, poiché desideriamo che l’altro prenda posizione ma, come già detto all’inizio, è anche rassicurante perché sappiamo che la volta che riceveremo un sì, sarà un sì convinto, e non un sì per formalismo o convenzione.
Sintesi tratta dal Corso Reiki e la Via della Gentilezza:
https://www.studiogayatri.com/corsi/corsi-orientali/reiki-la-via-della-gentilezza/
natyan
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