La teoria della complessità, sviluppatasi in occidente grazie a scienziati e filosofi di fama, sostiene che, con il procedere della conoscenza umana, si allargano, di conseguenza, i confini di ciò che ancora potremmo e dovremmo conoscere ed esplorare. Secondo tale pensiero, non solo dovremmo fornire sempre più approfondite spiegazioni razionali in relazione ai fenomeni naturali; bisognerebbe altresì scoprire tutte quelle zone inesplorate per rincorrere il sogno, umanamente irrealizzabile, di una sapienza integrale e totalizzante.
Il Buddhismo orientale, invece, sostiene che la totale conoscenza dovrebbe essere raggiunta da ognuno di noi, attraverso l’ottenimento di una completa serenità e saggezza onnipervadente.
Essendo io null’altro che un filosofo da strada, con attitudine “occirientale”, proporrei di camminare, verso la totale conoscenza esteriore della natura tutta, mantenendo il concetto di base della complessità, ma serenamente e saggiamente, con una mente risvegliata, grazie ad un serio e approfondito percorso liberatorio interiore.
natyan
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