Meditazione sull’Equanimità – Studio Gayatri Reiki Monza
Partiamo prima di tutto da una premessa fondamentale che spesso ci ricorda il Dalai Lama: “Tutti gli esseri senzienti desiderano essere felici, tutti gli esseri senzienti non desiderano la sofferenza”.
Da filosofo confutatore potrei obiettare: “Eh no! I masochisti cercano la sofferenza!” ma entreremmo comunque in un paradosso poiché la cercano allo scopo di procurarsi piacere, quindi anche loro sono alla ricerca di ciò che li rende felici e non desiderano i dolori che non procurano piacere, ma questo è tutto un altro discorso perciò sorvoliamo.
Cosa vuol dire equanimità?
Nella psicologia tibetana potremmo dire che significa vedere tutti allo stesso modo, trattare tutti come nostri fratelli e sorelle, o come nostri amici.
Il problema che si pone, però, è che è difficilissimo essere equanimi con tutti, poiché ci sono persone che ci risultano simpatiche e altre antipatiche, amiche o nemiche oppure, bene che vada, del tutto indifferenti.
Come risolvere la questione?
Il Dalai Lama suggerisce la Meditazione sull’Equanimità che prende in esame la visualizzazione di tre persone che hanno a che fare con la sfera della nostra vita.
Una che ci abbia fatto soffrire, una che ci abbia procurato gioia e una che ci sia indifferente, un estraneo qualunque.
La mente, durante la Meditazione, si rilassa (visualizzando l’amica) si agita (visualizzando il nemico) rimane in uno stato inerte (visualizzando chi ci è indifferente).
Il passo successivo è quello di cercare le ragioni che provocano le nostre reazioni interiori. In tal modo scopriremo che si tratta di motivazioni superficiali e perfino egoistiche: “Mi piace l’amico perché mi procura qualcosa di positivo, non mi piace il nemico poiché mi procura un danno interiore, invece che qualcosa di vantaggioso, mi è indifferente l’individuo estraneo perché non mi danneggia ma non mi offre alcun vantaggio”.
Le persone non ci sono amiche o nemiche dalla nascita, lo diventano a causa delle circostanze. Può bastare una cosa sola su mille che ci vada o non ci vada bene e i rapporti si ribaltano: “Gli amici di ieri diventano i nemici di oggi e viceversa”.
Prendiamo allora coscienza dell’assurdità della cosa, di quanto tutto sia effimero, impermanente ed illusorio; di quanto sia limitata la nostra mente quando si lascia coinvolgere da circostanze superficiali.
A volte basta un’opinione diversa per entrare in conflitto, senza considerare il fatto che, magari, siamo d’accordo su tantissime altre cose, dimenticandoci, oltretutto, che non sono le idee differenti a creare un conflitto, bensì la mancanza di rispetto che ne consegue, l’incapacità di accettare che qualcuno abbia visioni diverse dalle nostre.
Con l’aiuto di una prolungata Meditazione riusciamo ad uniformare i nostri sentimenti nei confronti dei tre individui, amico, nemico ed estraneo, e a considerarli dal punto di vista iniziale: “Anche loro, come me, desiderano ottenere la felicità, anche loro, come me, vogliono tenere lontano i dolori”.
Ovviamente questo non significa che dobbiamo forzatamente abbracciare il nemico (anche la tigre è mia sorella ma non per questo mi azzardo ad avvicinarmi) più semplicemente non dovremmo serbare inutili rancori.
In fondo siamo tutti uguali, se proprio non possiamo volerci bene, almeno non pestiamoci i piedi.
Tratto dal Corso: Reiki Interiore Online
natyan
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