DA CHE COSA CI SIAMO LIBERATI?
Trovo del tutto inutile aggiungere quel che già si conosce.
Mi limito perciò a qualche citazione di Mussolini.
Alle notizie dei tracolli in Albania e in Libia, Mussolini, visibilmente depresso, il 24 dicembre 1940 rivelava a Ciano che era molto irritato per il mediocre comportamento della truppa e aggiungeva: “Devo pure riconoscere che gli italiani del 1914 erano migliori di questi di oggi. Non è un bel risultato per il Regime, ma è così”. L’indomani, osservando dalla finestra di Palazzo Venezia l’abbondante nevicata, ancora confidava al genero: “Questa neve e questo freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana”.
Alla vigilia della guerra, invece, perfettamente informato dello spirito pacifista della propria gente, dichiarava: “La razza italiana è una razza di pecore, non bastano diciotto anni per trasformarla, ce ne vogliono 180 o forse 180 secoli”.
Quanto riportato l’ho estratto dal libro “Italiani brava gente?” di Angelo del Boca ed. Beat, ed un altro testo che vorrei consigliare si intitola “Mussolini ha fatto anche cose buone” a cui andrebbe aggiunto un interrogativo colmo di perplessità giacché contiene una lunga serie di confutazioni a proposito di meriti che avrebbe avuto il duce prima di diventare un sanguinario.
Erano davvero suoi tutti quei meriti?
Si direbbe proprio di no a detta dell’autore, Francesco Filippi, il quale ne dà un’ampia dimostrazione.
Ci siamo liberati di un dittatore ma purtroppo non ancora del tutto di chi, ancora oggi, ne sta facendo un idolo.
Un idolo che era razzista non solo nei confronti del popolo ebreo, degli omosessuali, delle donne da lui ritenute idonee solo in cucina e in camera da letto, ma perfino degli stessi italiani, suoi coetanei.
natyan
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