Intarsiavi il legno come fosse l’anima della persona amata. L’amorevole cura, sai, è cosa preziosa e rara. Creavi forme e decori con le tue mani agili e attente, figure sacre e fiori di loto prendevano vita e sembrava quasi di sentirli respirare. Con sguardo profondo proteggevi la tua amata creatura, affinché non fosse scalfita da estranei monsoni di menti agitate. Mi sono sempre chiesta se la tua quiete, o divino popolo, non conosca mai turbamenti, e se li conosce, com’è naturale che sia, come parli alle tue tempeste. Sicuramente conosci il linguaggio delle stelle, e forse ti chiedi perché io non lo conosca. Tuttavia, noi abbiamo saputo parlarlo insieme, ormai spogli dei nostri abiti mentali. C’eravamo solo io e te, la tua creatura gentile divenne la mia creatura. Oggi che sono lontana, penso che la cosa più intelligente che io possa fare è imparare a giocare con la forma delle nuvole…mi sembra molto...
surya