I ritmi sono lenti e rilassati. Il tempo parla una lingua diversa e nulla, di ciò che incontri, ha fretta di arrivare da qualche parte. C’è sempre tempo per fermarsi, fare una foto insieme e scambiare due chiacchiere che poi rimarranno per sempre nei tuoi ricordi. Chissà se in birmano esiste la parola fretta... io non credo. Mi piace il loro entusiasmo nel chiederti una foto, nel fermarti per strada come se fosse la cosa più naturale del mondo... e tu ti fai fotografare ovunque perché capisci che è un modo per fermare un’emozione in un mondo che non ha più tempo. Forse dovremmo cominciare a trattarla meglio questa vita. Se c’è una cosa che ho imparato dall’Oriente è guardare. Sembra banale, ma qui ti accorgi di non averlo mai fatto veramente... ci vuole tempo, per guardare.. ci vuole quel tempo che noi divoriamo e che poi ci rimane sullo stomaco, perché si digerisce solo ciò che si mastica lentamente...ci vuole tempo... ma ci ostiniamo a cercarlo sulle lancette ... il nostro “sapere” non ci ha insegnato nulla... mi chiedo se l’uomo sia veramente un essere intelligente o se, invece, si imbastisca di nozioni per dimenticare la povertà che lo abita...
A domani
Surya