In Esergo
“Se potete, resistete alla tentazione di scrivere frasi epocali con l’intento di auto-incensarvi di fronte ai vostri lettori. Se proprio dovete, mettetene una, un paio al massimo. Evitate l’ovvio: le citazioncine, le frasette di Coelho, le frasone di Foucault. Evitate le citazioni in lingua (latino, tedesco, inglese, ecc.) è da snob. Se volete metterle aggiungete per gentilezza nei confronti dei lettori la traduzione. Essere gentili non è mai uno sbaglio. Evitate di scrivere parole memorabili per impressionare il lettore, evitate dediche su questo tono:
A chi non teme il dubbio
a chi si chiede i perché
senza stancarsi e a costo
di soffrire di morire
A chi si pone il dilemma
di dare la vita o negarla
questo libro è dedicato
da una donna
per tutte le donne
Il fatto che queste parole si leggano in esergo a uno dei libri più venduti della storia italiana, lettera a un bambino mai nato, è davvero poco lusinghiero, poiché mostra propensione alla retorica e indifferenza alla grammatica.
Si dedica A tutte le donne e non PER tutte le donne.
E’ un modo goffo di mettersi su un piedistallo, vizio caratteristico di molti letterati italiani. Non fatelo e diffidate di chi lo fa”.
Tratto da: “Come non scrivere” di Claudio Giunta
Meno male, ero davvero preoccupato!
Se esperti scrittori si deliziano nell’evadere la grammatica, quando sbaglierò io, che esperto non sono, e tanto meno scrittore, potrò giustificarmi dicendo che stavo tentando di imitare chi è più bravo di me!
natyan
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