Si chiamano Yoke Thé , letteralmente "miniature". E’ il nome birmano per marionette. Un’arte ancora molto apprezzata in Myanmar anche se molti la definiscono già “un’arte morente”. La cosa interessante è che le marionette, un tempo, non erano solo intrattenimento, bensì uno strumento educativo. Venivano usate per educare le persone alla religione, alla storia e alla letteratura, oltre a trasmettere gli usi e i costumi. Allo stesso tempo, hanno funzionato come portavoce per le persone nei giorni della regalità. Nascono, infatti, per la corte, ma si diffondono presto tra la popolazione che porta in scena le rappresentazioni in occasione di nascite,matrimoni, funerali, oppure durante i riti di passaggio all'età adulta. Lo spettacolo era dedicato al culto dei Nats, gli spiriti, iniziava la sera e si protraeva fino all’alba. Si svolgeva in due atti: il primo sulla creazione del mondo e il secondo sulle vite anteriori di Budda, incarnatosi, tra gli altri, anche in Rama. Oggi si è perso un po' lo spirito originale, solo poche compagnie del paese ne sono portavoce. Le marionette birmane sono, oltretutto, molto complesse, impiegano rispettivamente 18 o 19 fili per i personaggi maschili e femminili e ogni burattino è controllato da un solo burattinaio. Sono sempre affascinata da ciò che si nasconde dietro un volto, un evento, una storia…quanta vita da raccontare…quanta bellezza…
surya
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25/08/2019 10:22 pm