Save Myanmar Save My Friends – natyan Studio Gayatri Monza

Il Buddhismo è l’unica religione (considerando le più diffuse nel mondo) che non si è mai macchiata di sangue, di crociate, di roghi, di lapidazioni o di torture.

Purtroppo in Myanmar, nonostante la sua presenza apportatrice di pace e rispetto universale per tutte le creature, la dittatura ha preso il sopravvento e tutti i miei Amici stanno attraversando un periodo oscuro, poiché privati della loro libertà.

Chiunque faccia propaganda contro la dittatura, bene che vada, è soggetto a cattura, reclusione senza un giusto processo, tortura e sevizie.

E se chi si ribella pubblicamente ha un’attività, come per esempio un ristorante, un hotel, un negozio, rischia di venire saccheggiato dai militari a scopo punitivo e, come spesso accade, viene anche messa a fuoco la struttura in cui opera.

Le bombole di ossigeno per le terapie intensive sono state sequestrate dal governo dittatoriale per essere riservate ai soli militari e i medici che si prodigano per salvare vite umane “ribelli” vengono interdetti o incarcerati.

Durante il lock-down, chi si azzardava ad uscire veniva colpito a morte senza pietà e, ancora oggi, soprattutto nei piccoli paesi, la gente ha paura a recarsi in ospedale anche per i casi più urgenti e riesce ad arrivarci solo pagando forti tangenti ai militari ricattatori.

Ho visto con i miei occhi i video-clip ripresi in diretta dai molti amici, dove si sparava nei villaggi, anche su donne, anziani e bambini, incendiando le loro povere capanne.

Non c’è il petrolio in Myanmar e la comunità internazionale, oltre a non avere grossi interessi, è impossibilitata ad intervenire.

Vedo allontanarsi sempre di più la speranza di poter tornare, un giorno, a visitare i sorrisi, la cordialità, la semplicità e l’amorevole gentilezza dei miei Amici.

Non mi rimane perciò, per il momento e chissà per quanto tempo ancora, che ricordarli attraverso le mie tante video-riprese.

Sant’Agostino sosteneva che conosciamo la felicità grazie alla memoria, ma forse è proprio il ricordare le felicità passate che ci trascina ancor più nella sofferenza, soprattutto quando si è impossibilitati a riviverle.

natyan

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