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GLI OTTO DHARMA MONDANI


(@surya)
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La purezza e il successo della pratica dipendono dalla motivazione: se una persona medita rimanendo coinvolto nelle otto preoccupazioni mondane, la sua pratica sarà scadente e priva di successo.
Se invece la stessa persona medita con la mente libera dalle otto preoccupazioni mondane la sua pratica sarà pura e fruttuosa.
Le otto preoccupazioni mondane non solo condizionano la nostra vita nel mondo quotidiano ordinario, ma, certamente e più spesso, anche la crescita spirituale interiore.
Le preoccupazioni mondane sono classificate in quattro coppie, e formano quello che il Buddhismo Tibetano chiama gli otto dharma mondani.

Prima coppia: essere felici se qualcuno ci dona qualcosa in campo materiale (regali, riconoscimenti, premi ecc.); essere tristi e infelici se invece non si ricevono, o comunque se non si considera sufficiente, ciò che ci viene donato.
Seconda coppia: essere felici se si è in buone condizioni di salute fisica o mentale; essere infelici se invece si è costretti a soffrire di malattie fisiche croniche o di continue ansietà mentali.
Terza coppia: essere felici se qualcuno ci loda e ci ammira; essere infelici e depressi quando qualcuno ci disprezza o non ha stima di noi.
Quarta coppia: essere felici se abbiamo una buona fama e una buona reputazione, se gli altri ci stimano, ci riconoscono, ci danno ragione; essere infelici se siamo accompagnati da una cattiva reputazione o ser le persone ci danno torto e non sono in accordo con le nostre opinioni.
Queste sono le otto preoccupazioni mondane che ci assillano quotidianamente: ogni giorno almeno alcune, se non tutte, condizionano la nostra vita e spesso, anche la nostra pratica spirituale. Come possiamo quindi essere felici se il nostro atteggiamento mentale è di costante e perseverante preoccupazione? Con una tale predisposizione negativa, quando potrà mai arrivare il momento in cui riusciremo a sentire veramente la nostra pace interiore?
In realtà, non avremo un solo momento di quiete fino a che ci preoccuperemo degli otto dharma mondani rimanendone assorbiti.

Come reagiamo se qualcuno ci disprezza? Come stiamo se non ci fanno regali e non riceviamo complimenti? Se la nostra mente è concentrata su preoccupazioni di questo tipo, non ci potrà essere felicità, poiché con tali motivazioni la pratica meditativa diventa inquinata, contaminata e perde la sua purezza. Se il mio percorso spirituale è teso ad ottenere meriti dal mondo esterno tutto ciò sarà un auto inganno che non potrà durare a lungo e si rifletterà negativamente sul nostro stato d’animo.
Se invece si riesce ad essere distaccati, pensando: "Se qualcuno mi fa regali, va bene, se non me ne fa, va bene lo stesso. Se qualcuno mi loda, va bene, se qualcuno non mi loda, va bene ugualmente. Se godo di buona salute, va bene, se sono in cattiva salute, va bene lo stesso, cercherò di curarmi senza troppa ansia e accetterò il mio stato fisico con mente serena; a prescindere da questi problemi, che mi interessano relativamente, io mi concentrerò sulle cose essenziali", la mente sarà finalmente libera dalle preoccupazioni e riuscirà a godere di uno stato mentale di equanimità.

Solitamente, ci preoccupiamo molto di essere lodati, elogiati, apprezzati,  di ricevere ammirazione e complimenti. Ma se ciò non accade?
Quanto può influire su di noi l'atteggiamento altrui?
Sicuramente, lo possiamo dire senza tema di essere smentiti, ci preoccupiamo in maniera eccessiva il più delle volte.
Se qualcuno ci dice: "Sei bello! Sei bravo!"  saremo felici, poiché quello che ricerchiamo e vogliamo è essere ammirati dagli altri. Se qualcuno al contrario ci apostrofa dicendoci: " Sei brutto! Sei un incapace!" ne rimaniamo afflitti e rattristati.
Riflettiamo un momento su questo comportamento: se si è belli, anche se qualcuno ci dice che siamo brutti, non per questo il nostro aspetto cambia e, allo stesso modo se non siamo capaci di fare una cosa non ne diventeremo capaci solo perché qualcuno ci ha sinceramente fatto notare di non saperla fare.
Non solo, dandoci dell’incapace, una persona potrebbe stimolarci a fare meglio, quindi potrebbe diventare uno sprono per noi a migliorare una nostra condizione.
La stessa altalena emotiva la ritroviamo quando siamo in buona salute; ci esaltiamo, ci sentiamo potenti e immortali, ma in realtà è sufficiente avere un esame clinico fuori posto, ed ecco che perdiamo subito il buon umore; il morale va a terra e si vive come se il mondo intero ci fosse crollato addosso.
Questi eccessivi sbalzi d'umore non ci fanno vivere bene; è importante mantenere la mente in uno stato di equanimità, conservandone l'equilibrio, sia in buona salute che in malattia, sia che si venga sottoposti alla lode come al disprezzo e al biasimo.

La mente, nello stato di equanimità, può pensare in modo limpido, generando una motivazione adeguata, non disturbata, realistica,  e su questa base può meditare; solo la pratica compiuta con questa attitudine diventa utile al percorso spirituale.
Quindi, quando siamo disprezzati, dovremmo pensare:
"E' normale, perché, forse in qualche altro momento che non ricordo, devo aver disprezzato gli altri e ora l'eco di quel disprezzo ritorna su di me, l'effetto ritorna su di me. Perché sorprendersi? Se ho posto la causa, ora ne deriva l'effetto, è naturale, è più che normale".

La stessa riflessione va applicata anche negli altri casi: "Se ricevo una lode, va bene, non mi esalto eccessivamente perché significa che ho lodato qualcuno in precedenza e ora le lodi ritornano su di me, cosa c'è di speciale? Ho posto la causa, ritorna l'effetto. Se sto male, sicuramente è perché ho posto delle cause, perciò l'effetto matura, quindi ci sono dolore e malattia. Che c'è di male? È normale, se c'è la causa viene anche l'effetto e la stessa cosa accade quando si è in buona salute”. Questo tipo di ragionamento, anche se non sempre e non per tutti è così, poiché bisogna pur considerare le possibili eccezioni, ci aiuta a mantenere sempre la mente nello stato di equanimità ed imperturbabilità.

Anche se inizialmente è molto difficile essere completamente liberi dalle preoccupazioni mondane, è però possibile raggiungere uno stato mentale equilibrato, senza eccessivi sbalzi emotivi. Per praticare il percorso spirituale in modo sincero, leale ed onesto con se stessi e con gli altri, occorre abbandonare il più possibile le preoccupazioni della vita quotidiana. Ciò non significa che ci si debba trascurare completamente, ammalarsi, lasciarsi derubare, lasciarsi rovinare; non è questo. Essere totalmente liberi dalle preoccupazioni della vita presente significa non far diventare troppo importanti le otto preoccupazioni mondane.

La pratica non dipende quindi dall'essere ricchi o poveri, ma dalla purezza della motivazione. Per praticare l'insegnamento in modo genuino si dovrebbero alleggerire di molto le preoccupazioni della vita presente, e ciò non significa buttare via tutto ciò che si possiede: quanto piuttosto liberare la mente quando viene assillata in modo eccesivo dalle otto preoccupazioni mondane.

Potremmo disporre di tutti i beni materiali che desideriamo ma, se durante il godimento di questi beni materiali, la mente non funziona correttamente e non riesce ad avere un atteggiamento di calma e serenità, nonostante tutti i mezzi materiali preziosi di cui disponiamo non raggiungeremo mai la quiete mentale che cerchiamo. Se non riusciamo a controllare la mente, il nostro stato d’animo sarà sempre in disordine. Potremmo possedere oggetti bellissimi, mangiare cibi deliziosi, possedere una casa lussuosa e automobili bellissime, però la mente non sarebbe comunque soddisfatta.

Il vero problema, perciò, è rappresentato da una mente sempre irrequieta e scontenta a dispetto delle    condizioni materiali in cui ci si viene a trovare.    La soluzione, quindi, consiste nel praticare in modo tale che la nostra mente si senta finalmente appagata e soddisfatta, indipendentemente da tutto.
natyan

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